3 agosto 1847 (h. 12.00-15.00)
Famiglia ospitante:
Don Domenico Musitani (presso Staiti)
Lat. 37° 57’ 60” N
Long. 15° 59’ 16” E
280 m s.l.m.
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3 agosto“[…] Andando fuori per esplorare la parte bassa del paese non ho potuto resistere alla tentazione di fare uno schizzo del suo magnifico aspetto dal basso […]. Ma trasferire tutto ciò sulla carta non era facile né piacevole; il sole pomeridiano rifletteva dalle balze della chiusa e stretta vallata che ardeva come un forno, inoltre ogni pezzo di terra buono era quasi coperto di intrattabili siepi di cactus, da esserne completamente irritati, e a questo aggiungi le loro penose spine, e il caldo cocente; tanto più che il ruscello era pieno di canapa bagnata, il cui tanfo velenoso era insopportabile, e tutta la popolazione giovane del paese, svestita, venne a sedersi accanto a me; comprensibile dunque come fare lo schizzo di Palizzi fosse veramente difficoltoso, nonostante la sua bellezza”. -
3 agostoMentre Proby stava ultimando un disegno, mi sono spostato a cercare un pò di ombra per ripararmi dal soffocante caldo, e raggiunto il castello, mi sono ben presto trovato al centro delle sue rovine, da cui ho colto incidentalmente una scena pittoresca, vale a dire un casolare, una pergola, sette grandi porcellini, un uomo cieco e un bambino; non ho potuto avere nessuna informazione sull’ubicazione dell’osteria fino a che, allarmate dal grugnire dei porcellini, sono apparse delle belle ragazze bionde, che mi hanno indirizzato giù, al centro del paese; i capelli chiari e le caratteristiche greche, come quelle delle donne di Gaeta, sembravano rievocare le figlie della Magna Grecia”. -
3 agosto“Le strade di Palizzi, dove forse nessun inglese è ancora disceso, erano gremite di bambini completamente nudi e abbronzati, e prima di arrivare alla taverna ho dovuto farmi strada con difficoltà fra la crescente folla di meravigliati cupidi di color mogano”. -
3 agosto“La taverna era una sola stanza scura, i suoi muri pieni di santini attaccati alle pareti, e i suoi mobili un letto molto sporco con un baldacchino di velluto rosso e frangia oro che conteneva un bambino nudo dagli occhi ammalati, un vecchio gatto e un cane da caccia; tutto il resto della camera era pieno di rotoli di stoffa, fucili, zucche, pere, cappelli, bicchieri, cuccioli, boccali, setacci, ecc.; ma era un posto per riposare migliore della baracca di Condofuri, in quanto libero da intrusi. Fino a che Proby mi raggiunse, portando un pranzo leggero a base di uova, fichi, cetrioli, vino e neve, mi sono seduto esponendomi e mostrandomi al beneficio del proprietario, di sua moglie e della sua famiglia, che mi guardavano soddisfatti dicendo continuamente Di dove siete? Che fai? Chi sei?”. -
3 agosto“Mentre il momento per la nostra sosta di mezzogiorno stava per avvicinarsi, e il caldo cominciava ad essere fastidioso, siamo giunti in vista di Palizzi […].
