2 settembre 1847

Famiglia ospitante:
Don Pietro Tropea (presso Melito di Porto Salvo)

Lat. 37° 57’ 15” N
Long. 15° 45’ 40” E
296 m s.l.m.

  • 1 settembre
    1 settembre
    “[…] sono partito in una carrozzella per tre ducati, sulla polverosa strada carrozzabile coperta di pergolati che avevo fatto il 29 Luglio a piedi. […] Arrivati alla casa di D. Pietro Tropea […] quando contemplavo i dieci cani e una poco gradevole grande pecora addomesticata che animavano le sue camere, mi sono rallegrato che non sarei rimasto lì per molto tempo con loro. Inoltre, mi è apparso come se qualcosa di strano covasse in tutta la famiglia […].
  • 1 settembre
    1 settembre
    Questa sensazione è stata confermata a cena quando, tutti riuniti, sembrava si fossero messi d’accordo fra di loro sull’impossibilità di nascondere il loro allarme, e mi venne posta una rapida successione di domande, come se io fossi a conoscenza dei cambiamenti politici che stavano per accadere immediatamente.
  • 1 settembre
    1 settembre
    […] È già principiata la rivoluzione! Ha detto forte Don Pietro; sono seguiti singhiozzi e gemiti […]; la compagnia si è sciolta nel più sorprendente disordine […]. Io, rivoluzione o non rivoluzione, mi trovavo nella punta dello stivale dell’Italia tutto solo, e dovevo trovare la mia via d’uscita nella maniera migliore, come potevo; così avvolgendomi nel mio plaid, e spento il lume, mi sono disteso sul letto nella camera di fronte assegnatami […]”.
  • 1 settembre
    1 settembre
    “Avevo quasi dimenticato la cena nel sonno, quando un rumore particolare mi ha svegliato. […] mi sono seduto sul letto ascoltando il misterioso rumore che ripetutamente veniva da sotto il letto e rassomigliava a un mormorio […]. Avendo la certezza che non ero solo, piano piano ho allungato la mano alla ricerca di quella compagna che si ha sempre con sé: la scatola di fiammiferi; prima che potessi arrivare ad essa il mio letto viene sollevato da un incomprensibile essere che stava lì sotto, che, sbuffando e singhiozzando fra un piccolo suono tintinnante, accompagnava questo mistero calabrese. Non c’era tempo da perdere; avendo ottenuto la luce a dispetto di questa sgradevole interruzione, sono saltato dal letto, spingendo forte e in fretta sotto il letto un bastone, per mettere l’intruso, fantasma o reale, in un proprio campo di lotta. Bee-ee-ee!, era la grossa pecora addomesticata!”.
  • 2 settembre - 5 settembre
    2 settembre - 5 settembre
    “Ho lasciato Ciccio e il cavallo sotto al ruscello, e mi sono rammaricato di averlo fatto quando, mentre mi sono seduto per disegnare il luogo, tutta la popolazione è apparsa alle finestre e dai muri, e le poche donne che sono passate davanti a me […] hanno gridato forte nel vedermi, scappando a rinchiudersi nella loro fortezza. È molto difficile fare capire a queste persone […] l’imbarazzo di un malinteso. […] Ho lasciato questo posto meraviglioso con non poca nostalgia […]”. “Il vapore è arrivato da Malta, Proby ed io saliamo a bordo, e alle sei di sera partiamo. Subito le scintillanti linee di Reggio cessano di brillare nelle acque violacee, presto oltrepassiamo il Faro […]. Lascio le sponde di Calabria con un sentimento tale di tristezza che non posso descrivere”.