“La nostra strada andava ora da questa parte, ora dall’altro lato del torrente, spesso allo stesso livello, tra fioriti alberi di oleandri dalla forma più grande che io abbia mai visto […], spesso molto alti, fra i lussureggianti tronchi di leccio che pendevano dalle rocce. Il senso di mistero e di solitudine di queste scene, la profonda solitudine di queste montagne, sono tali che né la penna né la matita possono descrivere.
[…] Senza dubbio, quella di Santa Maria di Polsi è una delle più notevoli visioni che io abbia mai visto; l’edificio è pittoresco, non molto antico, e senza pretese di gusto architettonico […].
Il carattere perpendicolare dello scenario è sorprendente, le rupi boscose da sinistra a destra lo chiudono come le quinte di un teatro […].”